la sentenza del giudice: Gianni Cavinato colpevole di truffa ai danni della collettivita'
Il giudice ha emesso la sentenza: Gianni Cavinato colpevole di truffa ai danni della collettivita' (proiezione di un vero giudice che si occupasse della causa)La motivazione si basa sull'esperienza di un caso simile, "Suggerimenti diffamatori,
Google ritenuta responsabile" (vedi sotto) in cui un imprenditore il cui nome veniva associato alla parola truffa ha ottenuto un risarcimento dal tribunale.
Nel caso di Gianni Cavinato, invece, pur essendo facilmente reperibile sul web l'associazione truffa-Gianni Cavinato, nella fattispecie sul blog gradiniemappe (post 210), e pur essendo a conoscenza Gianni Cavinato dell'esistenza di questa associazione, decideva di non presentare obiezione alcuna, prova evidente di colpevolezza.
LA SENTENZA
"Suggerimenti diffamatori"
Google ritenuta responsabile
Il Tribunale di Milano dà ragione a un imprenditore che si sentiva leso dal fatto che il motore di ricerca associasse automaticamente il suo nome alle parole "truffa" e "truffatore". La società dovrà intervenire sull'algoritmo per eliminare l'occorrenza. Gli analisti: "Precedente controverso"di ALESSANDRO LONGO
La funzione di suggerimento nella ricerca di Google è diffamante, se accosta il nome di una persona a parole che ne ledono la professionalità o la dignità. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, accogliendo il ricorso di un cittadino che si era sentito diffamato dalle parole che il servizio Google Suggest associava automaticamente al suo nome. La corte ha respinto il reclamo della società società californiana e le ha imposto di eliminare quell'accostamento, addebitandole le spese di lite. Vicenda notevole, perché alimenta l'idea secondo cui gli algoritmi non sono neutri e rende i motori di ricerca responsabili nei confronti dei contenuti web indicizzati.La vicenda parte dal ricorso urgente di A. B., indicato dall'ordinanza come "un imprenditore del settore finanziario che si occupa, tra l'altro, di organizzare corsi formativi in materia finanziaria e di pubblicizzare la maggior parte delle sue attività tramite la rete internet". Costui ha visto che, non appena si inseriva il suo nome su Google, il sito suggeriva di includere nella ricerca anche le parole "truffa" o "truffatore". E' l'ormai noto strumento di autocompletamento o autosuggerimento. In sostanza Google suggerisce le parole chiave che ricorrono più di frequente con quella cercata nelle ricerche degli altri utenti. Significa che un buon numero di persone ha scritto su Google la parola "truffa" o "truffatore" insieme con il nome di A. B.
continua su http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/04/06/news/diffamazione_google_suggest-14569467/
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